La pionieristica Carta Geologica della Provincia di Ravenna di Giuseppe Scarabelli (1854): perché è importante conoscere la geologia della pianura tra Imola e Ravenna.

Stefano Marabini
Museo Geologico Giovanni Capellini, Università di Bologna – stemarabini@libero.it

Nel 1854 il giovane imolese Giuseppe Scarabelli (1820-1905) pubblicò a proprie spese la Carta Geologica della Provincia di Ravenna (suddivisione amministrativa alla quale, in epoca ancora pontificia, apparteneva anche gran parte dell’Imolese, mentre ne era escluso il territorio intorno a Lugo), la quale costituisce in assoluto il primo contributo di cartografia geologica moderna per questo territorio.

Una peculiarità di quella carta a colori di piccolo formato (30 x 23 cm) è innanzitutto la pari dignità che Scarabelli conferì al territorio di pianura rispetto a quello collinare da lui al momento ben più studiato, limitandosi tuttavia a cartografarlo con un unico colore, e quasi scusandosi da scienziato che il “progredire più oltre sarebbe forse vano sforzo di una erudizione”. Ma d’altra parte Scarabelli palesa a modo suo anche una lungimirante modernità quando attribuisce l’intera pianura a “Depositi in via di formazione” dell’“Epoca moderna (Periodo Antropico)”, introducendo indirettamente il concetto dell’ influsso umano sull’età geologica contemporanea (evocato strumentalmente in anni recenti dal nuovo termine politico-mediatico Antropocene).

Oggi, che dopo un paio di secoli dalla nascita di Scarabelli disponiamo di conoscenze incomparabilmente maggiori del sottosuolo superficiale e profondo di questa pianura, possiamo veramente ritenere per essa realizzato l’appello di Scarabelli del 1854 che la conoscenza geologica trovi effettivo utilizzo “per la prosperità ed il ben essere della umana famiglia”? Quando invece noi, homo sapiens, abbiamo continuato imperterriti e senza lungimiranza a modificare l’ambiente naturale per renderlo adatto ai nostri bisogni!

In relazione a questo stato di cose il Centro Studi L. Einaudi di Imola ha avviato una decina di anni fa, dopo le celebrazioni per il I° centenario della morte di Scarabelli, una ricerca indipendente che in occasione del II° centenario della nascita di Scarabelli trova compiuta realizzazione in una Carta Geologica della pianura tra Imola e Ravenna da affiancare a quella di Scarabelli del 1854, con l’intento di sensibilizzare quante più istituzioni ed individui in merito all’importanza di proseguire nello studio e nella divulgazione della geologia di questa nostra pianura, oggi forse maggiore che in passato.

La ricerca è partita da una acquisizione selezionata di informazioni bibliografiche sia di tipo geologico che archeologico e storico/documentale, che è stata integrata da rilievi sul campo, da una elaborazione grafica originale del microrilievo e da alcune analisi scientifiche specifiche (sondaggi geognostici, datazioni radiometriche di campioni paleobotanici, ecc). Da tutto ciò è risultata la possibilità di abbinare una cartografia delle unità morfostratigrafiche di superficie (terrazzi alluvionali, dossi e paleodossi, rotte fluviali, ex paludi, porti, ecc) ( a cura di S. Marabini e G.B. Vai) con una rappresentazione del primo sottosuolo espressa da un paio di sezioni geologiche (a cura di L. Bruno).

Caratteristica consequenziale operativa, nella prospettiva di futuri approfondimenti interattivi, la nuova carta mette anche in evidenza elementi utili per ricostruire la lunga storia di evoluzione e cambio di tracciato dei corsi d’acqua, il fiume Santerno in primis, i cui depositi costituito e costruito questa pianura. Storia che in tempi recenti è stata competizione continua tra eventi alluvionali e interferenze antropiche, con progressiva prevalenza di questi ultimi, ma storia che è ancora aperta.

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